Marmellata di giuggiole

giuggiole

L’autunno è il periodo giusto per gustare giuggiole e cachi, le cui piante sono ancora numerose sul territorio bresciano (io li trovo sugli alberi di vicini e compaesani che gentilmente me li regalano o lasciano cogliere).
All’ultima riunione del nostro G.A.S. ho portato la marmellata di giuggiole, che ho preparato in abbondanza poche settimane fa, per poterne condividere il gusto particolare, impreziosito dall’aroma di limone.
Scrivo la ricetta per chi volesse cimentarsi.

Utilizzare le giuggiole quando sono mature e morbide. Lavarle, tagliarle a metà e togliere i semi, mettendole mano a mano in una ciotola con succo, scorza di limone biologico a piacere e zucchero (500 grammi per ogni chilo di giuggiole; anche di meno: si può sempre aggiungere dopo aver assaggiato). Frullare tutto con qualche bicchiere di acqua (in base alla quantità di frutta). Mettere in pentola e cuocere con il coperchio per circa 45 minuti, mescolando continuamente con un cucchiaio di legno. Se la composta si addensa troppo e rischia di attaccarsi alla pentola, aggiungere dell’acqua calda.
Quando è pronta, raccogliere la confettura ancora bollente con il mestolo e versarla attraverso un imbuto in vasetti di vetro, riempendoli sino ad un centimetro dal bordo, chiudendoli ermeticamente e lasciandoli per cinque minuti a testa in giù, per l’autosterilizzazione.
Conservare in luogo fresco e al buio.

3 pensieri su “Marmellata di giuggiole

  1. Anche quest’anno mi sono dedicata alla raccolta delle giuggiole e alla preparazione della marmellata. Rispetto allo scorso anno, però, ho applicato una variazione alla ricetta: al posto dello zucchero, ho aggiunto dello sciroppo d’agave (circa 200/250 gr per ogni chilo di frutta).

  2. Oggi ho rifatto la marmellata utilizzando i seguenti ingredienti: 1 kg giuggiole (già pulite, senza semi), 2 mele, acqua, 220 gr sciroppo d’agave, scorza d’arancia grattuggiata, un cucchiaino di finocchio selvatico. Ottima!

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